Bioplastiche da scarti agroindustriali
Negli ultimi 65 anni, sono state prodotte più di 8300 milioni di tonnellate di plastica da fonti fossili. Più della metà (4900 milioni di tonnellate) al termine del ciclo di vita è stato inviato alla termovalorizzazione, smaltito in discarica o disperso nell’ambiente, contribuendo così al sempre più pressante problema del cambiamento climatico. Nel 2021 il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) ha dichiarato che, se nei prossimi 20 anni la temperatura aumenterà di oltre 1.5°C, si avrà una diminuzione del 12.5% delle coltivazioni agricole. Ad essere coinvolto in questo profondo cambiamento non è pertanto solo l’ambiente, ma anche gli esseri viventi.
Negli ultimi 65 anni, sono state prodotte più di 8300 milioni di tonnellate di plastica da fonti fossili. Più della metà (4900 milioni di tonnellate) al termine del ciclo di vita è stato inviato alla termovalorizzazione, smaltito in discarica o disperso nell’ambiente, contribuendo così al sempre più pressante problema del cambiamento climatico. Nel 2021 il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) ha dichiarato che, se nei prossimi 20 anni la temperatura aumenterà di oltre 1.5°C, si avrà una diminuzione del 12.5% delle coltivazioni agricole. Ad essere coinvolto in questo profondo cambiamento non è pertanto solo l’ambiente, ma anche gli esseri viventi.
Tra i vari materiali, la ricerca si sta focalizzando sul recupero di scarti agroalimentari (come il grano esausto di birra, la sansa di oliva, la polpa residua dalla produzione di succhi di frutta, ecc.) che vengono prodotti ogni anno in quantità molto elevate e rappresentano un serio problema sia ambientale ed economico. Questi rifiuti possono essere utilizzati come materiali di partenza secondari per produrre beni a valore aggiunto nell’ambito dei principi dell’economia circolare.
Come interviene Crossing
Crossing, grazie al suo profondo know-how dei diversi materiali plastici da fonti rinnovabili e non, ha le conoscenze necessarie per sviluppare innovativi materiali di bioplastica green, biodegradabile e/o compostabile di alta qualità, a partire da scarti agroalimentari di diversa natura.
I biopolimeri sviluppati da Crossing sono stampabili mediante le tradizionali tecnologie quali estrusione, stampaggio ad iniezione, compressione, stampa 3D; hanno, inoltre, proprietà meccaniche paragonabili a quelle delle plastiche da origine fossile e sono colorabili con master batch tradizionali.
Le bioplastiche di Crossing sono biodegradabili, riciclabili e versatili, ovvero, hanno caratteristiche fisico-chimiche modulabili in base al mercato di sbocco.
Contattaci per avere maggiori informazioni su questo e sugli altri servizi offerti alle imprese (info@crossing-srl.com).
Case Study
Life Restart è un progetto close-to-market, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE (LIFE21-ENV-IT-LIFE RESTART/101074314).
Il progetto Life Restart rappresenta il primo esempio di riciclo delle trebbie di birra per la produzione di bioplastiche green, di alta qualità, biodegradabili, riciclabili e dai costi competitivi: un’alternativa ecologica alla plastica a base fossile non biodegradabile.
Per maggiori informazioni visita il sito: https://fdcmessina.org/life-restart/